Furto mal-destro. La storia va letta da destra verso sinistra

Memorie dimenticate, memorie rimosse, memorie NEGATE.
In questo chiassoso, ipocrita, mediatico interrogarsi su quali memorie, CHI ricordare e COME che si scatena puntuale ogni anno da fine Gennaio a fine Aprile, viene da chiedersi a che gioco stia giocando la “sinistra”, a che gioco stiamo giocando noi. Siamo veramente così “orgogliosi” della nostra storia come da sempre andiamo dicendo o abbiamo “affogato” nel sonno delle varie bisogne politiche alcuni pezzi fondamentali di essa, offuscando la stessa visione che abbiamo del presente?
Quanto è attuale l’opera di appropriazione di simboli, protagonisti e tematiche di “sinistra” da parte delle destre; ultima incarnazione la strategia comunicativa di “Casa Pound Italia” e altri camerati!

La prima grossa rimozione è stata quella del primo movimento antifascista d’Italia e d’Europa, quegli “Arditi del popolo” organizzazione trasversale e orizzontale della sinistra che sulla scia del biennio rosso combatteva e VINCEVA il fascismo, sconfitti solo dall’ostilità e il contrasto dei partiti della sinistra (PSI e neonato Pcd’Italia), quegli stessi che ne avrebbero cancellato ogni traccia nel dopoguerra.

Meno eclatante, ma ugualmente sconfortante, è quanto è stato lasciato che accadesse alla sottocultura “Skinhead”, sia da un punto di vista “ideologico” che pratico, soli nelle strade, negli stadi, là dove la lotta antifascista è sempre stata più violenta e senza mediazioni e la “sinistra tradizionale” latita.
Di provenienza e attitudine proletaria, fin dalla scelta del vestiario, multirazziale nel fraternizzare con gli immigrati dei dominions insulari Britannici (Giamaicani in primis), apertamente e coerentemente controsistema, anche se non in forma politicamente matura e militante, subiscono l’equazione skinhead-naziskin,affermatasi nei media e oltre. L’ascesa di più di un network di estrema destra non giustifica la mancata valorizzazione delle organizzazioni skinhead di stampo diametralmente opposto e il relegamento a frangia violenta e impresentabile dell’antifascismo (se non addirittuta dipinta come reazionaria e filofascista) in primo luogo dai “compagni di lotta”, ancora una volta a rimorchio della vulgata, interessata e destrorsa, dominante.

Cosa c’entra tutto questo con l’adesso, l’ora, il momento storico, politico e sociale attuale?
La storia del “furto di simboli” è la storia della battaglia politica, e pertanto ha i suoi nuovi protagonisti e i suoi nuovi, ingenui o conniventi che siano, “compagni” che non vedono, non condannano, in definitiva spalleggiano. Nuovi temporeggiatori, nuovi fiduciosi, nuovi “conciliatori”. Compagni che sbagliano?

Al grido de “Né rossi né neri ma liberi pensieri”, “Sono tutti uguali”, “Giovinezza al potere” e quant’altro, il “Fascismo del terzo millennio” si è accreditato come interlocutore poilitico-culturale da prendere in considerazione, perfino come opzione politica praticabile (???).
Fin dalla sua fondazione “Casa Pound” e poi il circuito “Casa Pound Italia” (che a Milano ha avuto una storia travagliata e non si è mai esposta col suo nome, avendo una prima incarnazione in “Cuore Nero” per poi riaprire con altri nomi e minor clamore mediatico) si è giocata tutta la sua “agibilità politica” seguendo una triplice linea di inedita pericolosità.
Se da un lato “l’associazione di volontariato internazionale e promozione sociale”, al grido de “Abbattiamo i recinti ideologici del novecento” poneva il suo “Fascismo del terzo millennio” nella scia della nuova politica “giovane” e “post-ideologica”, in sostanza antipolitica, dall’altro otteneva (tuttora ottiene) favori, copertura politica e mediatica dai Camerati di sempre riciclatisi nei partiti di destra del bipolarismo, potendo portare in cambio un solido pacchetto di voti di assoluta “continuità ideologica” col fascismo e i vari “neofascismi” italiani dal secondo dopoguerra ad oggi.

È poi riuscita a coniugare questa apparente “discontinuità”malcelata con una comunicazione del tutto efficace, capace da un lato di “sovrarappresentarla” come entità numeriche e consistenza “culturale” (a tal punto da attirare frotte di intelletuali di “sinistra” pronti a prenderne le difese proprio per questa sua capacità “innovativa” e in qualche modo “progressista”), e dall’altra di lanciare programmaticamente quel “assalto” alla “cannibalizzazione” del cadavere del grande gigante ideologico della “sinistra” Italiana in putrefazione, non essendoci nessuno a difenderlo, a rivendicarlo.
Attraverso studiate “provocazioni” e “operazioni culturali” di chiara inconsistenza storico-culturale ancor prima che politica, Casa Pound ha ripreso il tema caro al fascismo Italiano del “ribellismo”, della “rivoluzione fascista”, tutta energia maschia e orgoglio patriottico innestandovi eroi, effigi, vicende e perfino simboli della tradizione Comunista, Socialista e Anarchica. Con puntate (in questo assomigliando ai partiti dell “Nuova Destra Nazionalista” del Nord europa,) poco credibili nell’antirazzismo, antispecismo e animalismo, nell’antisessismo e nel “progressimo laico” (coppie di fatto, diritti degli omosessuali, etc.) smarcandosi da altre formazioni neofasciste Italiane, orgogliosamente ancorate alla “tradizione cattolica” e ad una presunta “romanità” (“Forza Nuova”, ad esempio).
E allora vediamo susseguirsi sui muri di Roma e su internet, puntualmente ripresi e fatti “rimbalzare”, potenziandone l’effetto, su giornali nazionali e tv, Che Guevara, Peppino Impastato, Bobby Sands, Rino Gaetano, Carmelo Bene e perfino il “Camerata Corto Maltese”, artificiosamente uniti dalla strumentalizzazione e da un vago senso di “orgoglioso ribellismo” senza obbiettivi dichiarati, ma tutti, chi più chi meno, riconducibili a ben altri valori e culture che quella di una formazione politica neofascista. Militanti politici, antimafia, perfino artisti “non schierati”, tutti interpretati come “non conformi” e ostili, per vari motivi, e in nome di battaglie diverse, al “sistema”, qualità che dovrebbe accomunarli a Casa Pound e porli a pieno titolo nel suo “Pantheon”  (che come quello Romano non toglie i vecchi dei ma ne aggiunge di nuovi, per garantirsi la “pax religiosa”, ideologica, e l’unità dietro lo stendardo che apparentemente cambia. La sopravvivenza insomma.) culturale ed ideologico.
Strategia dichiarata e in parte vincente (e qui sta il problema, nel mancato contrasto culturale e politico al fenomeno da parte nostra), finchè non viene sfidata sul piano concreto dei valori e della progettulità politica, che oltre una generica condanne di “banche e poteri forti” non va, in parte recuperando la logora guerra al “potere pluto-giudaico-massonico” fondante del discorso mussoliniano. E finchè naturalmente non si collega la supposta “proposta politica” con i numerosissimi episodi di aggressione, razzismo, omicidio, in sostanza un NUOVO SQUADRISMO, imputabili a suoi aderenti e simpatizzanti, episodi cronicamente stigmatizzati e ridimensionati dall’associazione, ma innegabili e sostanziali.

Perfino peggiore, e infinatamente meno noto (nonché più debole, per fortuna) è la penetrazione anche in italia (soprattutto nelle zone del Torinese, Bardonecchia ecc ) delle pratiche di mimetismo neonazista tedesco degli “ Autonome Nationalisten”, meno direttamente rivolto comunicativamente verso “l’esterno” e più verso la “base”, i potenziali militanti, proprio per questo più insidioso e non assolutamente da trascurare per questo suo carattere peculiare, anzi.
Questi gruppi “autonomi” di Camerati, sancendo fra l’altro una spaccatura fra contrari e favorevoli alla nuova “tattica” all’interno del mondo “Neofascismo”, hanno il concreto, plateale e rivendicato obbiettivo di perseguire le MEDESIME FINALITA’ degli altri gruppi neofascisti, secondo lo stesso SISTEMA “VALORIALE”, adottando però una “strategia mimetica”. Somigliano in tutto a gruppi di “Black-Block” di ispirazione autonomistica-anarcoide, stesso abbigliamento, saluti a pugno chiuso, bandiere rosso-nere dell’azione antifascista (e bi-colore proprio da sempre del movimento anarchico), rivendicazioni (grossolanamente) anticapitaliste, antimondialiste, antispeciste, animaliste, antisessiste, perfino contro le droghe pesanti e no tav (!!!).
Tanto che sono stati in grado più di una volta di partecipare con spezzoni organizzati a cortei di “sinistra” e causare scontri, non venendo immediatamente riconosciuti ed allontanati. Proprio il tentativo di appropriarsi, viene da dire “fisicamente”, di gestualità, metodo di organizzazione, parole d’ordine, bandiere e colori da sempre patrimonio di movimento (fino all’assurdo, sinistro, dell’utilizzo della bandiera dell’ “azione antifascista”, normale o recante la scritta “azione anti-antifascista”) porta la mimetizzazione ad un altro livello, non più solo “culturale-tematico”.

Tentativo che mira apertamente a confondere i compagni e ad attirare possibili “reclute”, ma ancora di più a mischiare tutto in quel presunto e grumoso “fronte insurrezionale politicamente trasversale” che viene massmediaticamente evocato ad ogni domenica di campionato, ogni corteo conclusosi con scontri, ogni manifestazione NO TAV. Una indentificazione “a-valoriale”, “post-ideologica”, molto pericolosa.

Dal loro sito:
“Alcuni militanti (che non nascondevano un certo interesse per l’efficienza organizzativa e per alcune forme di azione della sinistra radicale) svilupparono un nuovo concetto di attivismo nazionalista, basato su piccoli gruppi autonomi, senza legami organici con partiti e associazioni (‘Organizzarsi senza un’organizzazione’) ma legati attraverso modalità di azioni.”
“La strategia si applica a tutti i campi in cui per raggiungere l’obiettivo sono necessarie una serie di operazioni diversificate“

di AZIONE ANTIFASCISTA

1 Arditi del popolo:

Valerio Gentili, Bastardi senza storia, dagli Arditi del popolo ai combattenti rossi di Prima Linea: la storia rimossa dell’antifascismo europeo, Castelvecchi, 2011.
Valerio Gentili, La legione romana degli Arditi del Popolo, Purple Press, 2009.
Andrea Staid, Gli Arditi del Popolo. La prima lotta armata contro il fascismo, La Rivolta, 2007.

2 Neofascismi e Neomimetismi

www.casapounditalia.org/
– “Legami tra istituzioni e Casa Pound” (www.autprol.org/public/news/doc000434218072010.pdf )
–  http://magazine.terre.it/notizie/rubrica/1/articolo/1093/quando-il-nero-torna-di-moda
–  http://www.senzasoste.it/anti-fascismo/chi-ha-sdoganato-casapound

http://autonominazionalisti.blogspot.com/
http://resistenza-nazionale.blogspot.com/2008/07/autonomi-nazionalisti.html
http://lombardia.indymedia.org/node/28850

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Una risposta a Furto mal-destro. La storia va letta da destra verso sinistra

  1. Gerry ha detto:

    Gli arditi del popolo furono i figli probabilmente più esemplari di quella strana corrente politica della sinistra interventista, rimasta dopo il ’19 orfana del suo leader naturale, ovvero Mussolini.
    Corrente inizialmente composta dall’ala socialista interventista, ed in particolare quella facente capo al sindacalismo rivoluzionario italiano, andata poi meticciandosi con parti del futurismo e di componenti patriottico-nazionaliste di sinistra.
    Ma ridurre gli Arditi del Popolo solo a questo sarebbe riduttivo, per ciò che furono. Gli Arditi del Popolo furono realmente un coacervo politico, poco ricordati perché poco classificabili, ma rivendicati da più parti perché da molti potevano essere rivendicati: comunisti, anarchici, nazionalisti, fanatici ed esaltati reduci di guerra.
    Basti la storia di Mario Carli, “padre spirituale” degli Arditi del popolo con il noto articolo “Arditi non Gendarmi”, che attraversava allora assieme a Marinetti una fase di elaborazione (se così si può chiamare) politica a sinistra che culminerà nel pamphlet (di Marinetti ma a cui Carli contribuisce notevolmente nel contenuto) “Al di là del comunismo”; Carli che in pochi anni ritroveremo invece diventare frondista a destra del regime fascista, su posizioni monarchiche ispirate dal Principe Machiavelliano.
    Era realmente un movimento che la Sinistra Italiana, quella con la S maiuscola, socialista e comunista, fedele per dogma più che per conoscenza reale ai “testi sacri” della Rivoluzione e del vademecum rivoluzionario Marxista (ma più precisamente Engeliano), non poteva accogliere in grembo ed accettare, per una palese frammentazione e confusione politico-ideologica. E ugualmente, ne sono convinto, avrebbe operato l’URSS, i cui elogi agli Arditi del Popolo sono noti, se essa li avesse conosciuti più direttamente: avrebbero fatto la stessa fine di Anarchici e Socialrivoluzionari, con una pallottola in corpo o una corda attorno al collo.

    Per arrivare al punto dell’articolo, ovvero il riciclaggio strumentale di queste figure da parte di organizzazioni quali CPI, è chiaro che questa operazione è enormemente avvantaggiata dall’ambiguità di rapporti che gli Arditi del Popolo (o i loro componenti) intrattennero con Mussolini ed i Fasci Rivoluzionari (di cui anzi questi ambienti, in particolare i sindacalisti rivoluzionari, erano stati i reali fondatori), come dalla esplicita esaltazione della guerra e della violenza e dall’acceso patriottismo/nazionalismo.
    Vi è però una differenza fondamentale: Se la sinistra interventista, e successivamente le sue derivazioni di cui una furono gli Arditi del Popolo, vissero una estrema confusione politica perché furono sinceramente figli di un mondo a cui non appartenevano, segnati indelebilmente da una guerra totale che sconvolse le loro esistenze e le cui cicatrici non si potevano marginare, ciò che CPI rivendica di essere oggigiorno non è più un sentimento d’animo, ma un’operazione costruita a tavolino atta a impossessarsi di tali figure (secondo identificazioni come spero abbia mostrato fallaci), perfettamente utili per permettere a CasaPound di mimetizzarsi nel sottobosco dei movimenti italiani e rivendicare una non-identità (proprio in virtù di queste caratteristiche secondo i canoni comuni contrastanti) funzionale a ricostruirsi una verginità ed una legittimità politica. In una frase, dire tutto ed il contrario di tutto, affinché nessuno sappia dire chi sei, ma nessuno conosca chi tu veramente sei.
    P.S.= Ho volutamente tralasciato la parte relativa al movimento skinhead in quanto poco di mia conoscenza 😉

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